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PRIMA CHE ARRIVI L'ESTATE un film di Francesco Di Martino
Prodotto da frameoff, Documenta e SMK video factory. Distribuito da Open DDB.

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Italo vive a Saviore dell’Adamello, uno dei paesi più elevati ed estesi della Valle di Saviore. Ci troviamo nel territorio montano della Valcamonica, in provincia di Brescia, nel Parco regionale dell’Adamello, dove le bellezze delle antiche incisioni rupestri e le cornici naturali tipiche delle montagne fanno da sfondo al nostro racconto. Italo è una persona umile e molto radicata al territorio in cui vive, un’anima che interroga la terra e cerca di catturare i messaggi dell’ambiente che lo circonda, uno spirito che intuisce e respira le energie che le guglie dei picchi montani diffondono nella valle, un uomo che medita sul senso dell’abitare questa terra perdendosi nel silenzio. Seduto su una panca, sotto i suoi acchiappasogni colorati, mentre osserva il paesaggio in lontananza chiedendosi se pioverà o cadrà la neve, sembra attendere qualcosa, fin quando il silenzio viene interrotto dal suono del suo corno. Mentre svolge le sue faccende quotidiane, racconta come la sua vita sia cambiata dopo l’incontro con alcuni gruppi di indigeni d’America, prima gli Apache e poi i Lakota, che addirittura ha avuto modo di ospitare nella sua casa: un percorso interiore che Italo vive a distanza ma spiritualmente vicino agli indigeni, con i quali sente un legame di fratellanza; una scoperta di nuovi significati da attribuire a quei luoghi dove la profondità della terra, la sacralità delle incisioni rupestri e della montagna si fondono in un dialogo che si fa rito per celebrare quest’ultima come un essere vivente. Giunti da molto lontano, con strade differenti ma profondamente legate, nel giugno 2016 i loro sguardi si riuniranno in nuovo viaggio spirituale. L’attesa di questo incontro rende lo scorrere del tempo un viaggio in cui Italo vive lentamente le stagioni che si susseguono, assapora ogni attimo del freddo inverno, attende l’arrivo dell’estate e di un capo indiano.

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NOTE DI REGIA

Il film si svolge in un unico luogo, Saviore dell’Adamello, ultimo paese della Lombardia, e segue la figura di Italo Bigioli che vive insieme alla sua compagna Marinella, in una casa nel centro del paese. Gli ambienti principali sono le mura domestiche di Italo e la casa dell’associazione degli “Amici della Natura” di cui il nostro protagonista è fondatore. Inoltre gran parte dei paesaggi rappresentati sono situati nel territorio della Valcamonica, in particolare nei comuni di Cevo, Paspardo, Cimbergo, Ceto, Capo di Ponte, Sellero, Malonno, Sonico, Edolo. Il documentario testimonia la vita di Italo, ripreso nella sua quotinianità che muta seguendo il ritmo naturale delle stagioni, e si sofferma sui ricordi - attraverso l’uso di materiale d’archivio - degli incontri tra il protagonista e gli indigeni d’America - gli Apache San Carlos prima e i Lakota Oglagla Sioux dopo - e sull’attesa del loro ritorno che avverrà in estate. Il film si sviluppa in tre parti: la prima riguarda l’attesa di Italo dell’estate, che preannuncia l’arrivo del capo indiano Lakota; la seconda, il cuore del film, illustra i motivi che hanno fatto incontrare Italo per la prima volta con gli Apache, l’amicizia tra di loro e l’ultima battaglia degli Apache contro il Vaticano; la terza mostra l’arrivo del capo indiano Cecil Cross e il suo rapporto di amicizia con Italo, che sfocia in un incontro tra due culture diverse ma che hanno in comune il principio di “un popolo aiuta un altro popolo”, nato appunto dalle battaglie che hanno condiviso grazie agli Apache, e il principio di connessione tra la natura e tutti gli esseri viventi. La presente ricerca documentaristica è nata dal desiderio di conoscere la spiritualità di cui siamo tutti partecipi, ma che purtroppo non riusciamo a rintracciare nella vita frenetica contemporanea, e dalla volontà di ricercare una maggiore consapevolezza delle nostre radici, scoprendo come queste possano incontrarsi anche con quelle di popoli lontani in un dialogo spirituale che supera le distanze fisiche e culturali. Nell’attesa dell’incontro tra Italo e il capo indiano, dunque ci si interroga su come oggi sia possibile vivere diversamente il nostro quotidiano, attraverso lo spirito che ci unisce alla terra e alla bellezza della natura.

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L'ultima battaglia degli Apache

Nel 1998 il Congresso degli Stati Uniti autorizza il Vaticano alla costruzione di alcuni osservatori astronomici nelle riserve di San Carlos e White Mountain in Arizona. Oltre alla Specula Vaticana, i soggetti coinvolti sono l’università di Arcetri a Firenze, il Max Planck Institut tedesco e la University of Arizona di Tucson. I lavori iniziarono nel 1989, ma furono oggetto di contestazioni da parte degli indiani d’America, che abitano quelle terre e considerano quelle montagne un luogo sacro e di culto. Nel 1993 iniziarono ad essere operativi i primi due telescopi. Ma i giudici americani, di fronte all’accesa lotta degli Apache organizzata attraverso appelli, petizioni e denunce, avevano momentaneamente bloccato la continuazione dei lavori. Tra questi gruppi, Ola Cassadore, leader della Apache Survival Coalition - il più importante movimento Apache in lotta contro la costruzione dell’osservatorio astronomico - ha girato il mondo per far conoscere questa causa, spesso ha incontrato molti Presidenti, presenziato a diversi parlamenti in tante Regioni. Inoltre la leader si è espressa davanti al Parlamento europeo a Strasburgo e davanti all’ONU a Ginevra, in Germania e in altre parti d’Europa. Quando arrivò nelle Alpi in Valcamonica, e quindi la prima volta a casa di Italo, ha tenuto un discorso anche in una chiesa gremita di fedeli e ha condiviso un pranzo con i vecchi partigiani anti-fascisti della seconda guerra mondiale. Purtroppo dopo quasi 10 anni di battaglie contro gli scienziati della Santa Sede, gli Apache hanno dovuto arrendersi, perdendo così la lunga “guerra” contro il Vaticano per ostacolare l’installazione sulla cima del Monte Graham. Gli astronomi saranno ricordati per aver profanato un luogo sacro per i nativi americani, mentre Ola Cassadora Davis e il suo popolo saranno elogiati come difensori di una montagna sacra e della loro cultura. Gli Amici della Natura hanno ospitato anche altre delegazioni native americane nel piccolo paese di Saviore dell’Adamello, e ormai da più di vent’anni organizzano ancora la Corsa Sacra (Sacred Run) italiana durante lo stesso periodo in cui si tiene nel Monte Graham per essere vicino al Popolo degli Apache. In conclusione il film vuole essere anche memoria di questa battaglia per far sì che molti ne conoscano le cause e i risvolti.

FILMOGRAFIA E BIOGRAFIA AUTORE

Francesco Di Martino è un fotografo freelance, nato a Noto (SR), un piccolo paese nel Sud-Est della Sicilia, nel 1982. Nel 2007 è ideatore e autore del progetto collettivo “Impressioni Siciliane (scomposte)”: una mostra di foto, video-installazione e poesie sulla Sicilia sudorientale per la quale realizza un tour espositivo a carattere regionale, nazionale e internazionale che nel 2008 ha visto la mostra esposta nelle città di Roma, Bologna, Milano, Helsinki e Monaco di Baviera. Nel febbraio 2008 intraprende la realizzazione di un suo lavoro personale, il film documentario “U Stisso Sangu – storie più a sud di Tunisi”, in qualità di autore, operatore e regista, concepito per essere prodotto e distribuito dal basso. Grazie a questo lavoro, nel 2009 arriva a Scampia per la prima volta ospite del cineforum del GRItDAS. Dopo questo incontro, nel 2010 è ideatore e autore del libro “Sulle Tracce di Felice Pignataro’’, un tributo fotografico a Felice Pignataro, muralista e fondatore del GRIDAS di Scampìa, progetto entrato in produzione grazie a 528 quote prenotate attraverso la piattaforma produzionidalbasso.com da 220 co-produttori. Dopo un anno, nel maggio 2011, pubblica il libro “I volti del primo Marzo” insieme a Rosario Cauchi, Massimiliano Perna, Giorgio Ruta e Giuseppe Portuesi, (per la Marotta&Cafiero editori). Nel 2015 inizia il suo primo film sulla trilogia della montagna sacra, “Gleno dove finisce la valle” , un film documentario girato in Val di Scalve colpita, nel 1923, da un terribile disastro: il disastro della diga del Gleno. Il lavoro prende spunto dal solco lasciato da quel vortice di fango per raccontare la vita delle persone che oggi abitano quei luoghi. Nel 2017 presenta il suo nuovo lavoro Scampia Felix film che tenta di offrire uno spaccato, attraverso la preparazione del corteo di carnevale di Scampia, delle varie anime che lo abitano mostrando un momento collettivo di lotta corale, ciascuno apportando le proprie peculiarità di un lavoro che perdura nel quotidiano e che costituisce la fervida vitali del quartiere Scampia. Attraverso queste esperienze, con un gruppo di amici, fonda il collettivo Frameoff con cui sta sviluppando diversi progetti filmici dal 2011 ad oggi.

Scampia Felix (Italia 2017)
Aspettiamo (Italia 2017)
Piedi Nudi (cortometraggio, Italia 2017)
Gleno dove finisce la Valle ( Italia 2015 )
Le printemps en exil (Italia/Tunisia/Francia 2013)
Vindìcari – Appunti sul val di Noto ep.II (Italia 2013)
Caminante (Italia 2013)
Quando Cantano i Cani – is cassadoris de Biddaramosa (Italia 2012)
Il tardo Barocco - Appunti sul val di Noto ep.I (Italia 2011)
Risvegli (Italia, 2011)
Fuori da Mineo (Italia 2011)
U Stisso Sangu – Storie piu a Sud di Tunisi (Italia 2009)

IN LAVORAZIONE
I Colori del Silenzio
All’aria Stu Gioia - L’uomo Vivo

CREDITS

Un film di Francesco Di Martino Italia | 2020 | 78’ | hd - colore

con Italo Bigioli

e la collaborazione degli Amici della natura sezione Saviore

Regia Francesco Di Martino
Aiuto Regia Matteo Gadola
Soggetto Francesco Di Martino, Carmelo Puglisi
Fotografia Carmelo Puglisi, Francesco Di Martino
Operatori di Ripresa Francesco Di Martino, Carmelo Puglisi e Alessandra Beltrame
Montaggio Francesco Di Martino
Musiche Giovanni Fiderio, Danilo Garro e la partecipazione di Paolo Angeli
Fonico presa diretta Elena Ferrari
Post-produzione Audio Claudio Cadei
Color Correction Corrado Iuvara
Grafica e Sito web Licia Castoro
Supervisione Testi Chiara Natalino
Fotografia di Scena Francesco Fonassi,Stefano Di Vita e Maurizio Bianchetti Organizzazione Generale Annalisa Costa, Elena Ferrari, Matteo Gadola
Prodotto da Documenta, Frameoff e Smkvideofactory
Immagini Archivio Cineteca Sarda, La Casa della memoria di Brescia, Arteikos.it
Distribuzione Open DDB
Con il contributo del Comune di Paspardo, del Comune di Berzo Demo e del Comune di Saviore dell’Adamello
Organizzazione logistica Matteo Gadola, Elena Ferrari, Marco Alioni, Annalisa Costa
Incisioni Cinzia Benigni


Periodo e Luoghi di ripresa
Il film è stato girato tra l’ottobre 2015 e il Gennaio 2017, a Saviore dell’ Adamello, uno dei luoghi più conosciuti nel Parco dell’Adamello, nella catena alpina centrale, ultimo paese della Lombardia prima del Trentino Alto Adige. La Valsaviore è conosciuta per o suoi percorsi a carattere escursionistico o alpinistico. I suoi boschi sono stati le locantion principali del documentario. Dalle abitazioni di Saviore dell’Adamello attraverso una mulattiera si può raggiungere Fabrezza e Val Salarno. Gli altri luoghi del documentario sono: Ponte, Valle, Cevo, Paspardo, Edolo, Ardesio e Srebrenica (Bosnia).



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